Marketing e comunicazione per la start up, che cos’è il Growth Hacking

Il Growth Hacking non è altro che il marketing per le start up: ma per quale motivo c’è bisogno di segnalare una differenza tra questo tipo di marketing e quello più tradizionale, dedicato alle aziende già consolidate e affermate nel proprio settore?

Marketing e comunicazione per le start up

La ragione è semplice, nel senso che le start up si trovano a fare i conti con sfide differenti rispetto a quelle delle aziende presenti da anni sul mercato. Un aspetto che caratterizza tali realtà è l’incertezza, dal momento che le start up non solo non conoscono ancora quali potrebbero essere le motivazioni di acquisto della clientela, ma non sanno nemmeno da chi la clientela sarà costituita. Ecco perché per loro è impossibile sapere quali sono i canali di marketing e comunicazione più idonei da sfruttare, a differenza di quel che avviene con le società già avviate che, invece, possono disporre di queste e di molte altre informazioni, grazie a cui possono provare a migliorare le proprie performance.

La crescita delle start up

Parlando di Growth Hacking, il concetto di base è quello della crescita (“growth”, appunto): quella a cui aspirano le start up si presenta come molto impegnativa, se non addirittura proibitiva. Se un’azienda ben avviata si può accontentare di una crescita annua del 5%, nel caso di una start up l’obiettivo è quello di raggiungere il 20% mensile. Ovviamente la base da cui si inizia è decisamente più piccola: il traguardo, insomma, può essere raggiunto solo con un grande sforzo. Oltre a ciò, è bene tener presente che le start up non hanno certezze né dal punto di vista della brand equity né dal punto di vista del capitale: dal momento che dispongono di meno liquidità rispetto a una società consolidata, il budget che possono investire sull’acquisizione della clientela e sul suo mantenimento è limitato.

Come deve essere impostato il marketing

Con il Growth Hacking, grande attenzione viene destinata agli strumenti tipici delle tecnologie digitali, con riferimento in particolare ai device mobili; i costi in questo senso sono molto contenuti, ma una strategia pianificata in modo corretto ha potenzialità molto considerevoli in ottica Roi. Vi si può ricorrere, inoltre, per un prodotto che è ancora in fase di progettazione. La Viral Acquisition è una delle tecniche che possono essere utilizzate a questo scopo: essa prevede che le caratteristiche di un prodotto che sta per essere realizzato possano essere sfruttate per indurre gli utenti a condividere lo stesso prodotto con altre persone. Si parte da un numero ristretto di contatti iniziali, per poi fare in modo che il messaggio si propaghi e si diffonda in modo esponenziale. Occorre, però, che il messaggio venga sempre tenuto sotto controllo.

Le strategie di acquisizione a pagamento

Anche le strategie di acquisizione a pagamento possono tornare utili per le start up e il loro marketing: si ricorre a strumenti come gli annunci di Facebook, le inserzioni tv, i display ads e Google AdWords per farsi pubblicità. Ovviamente, gli investimenti in questo senso non saranno troppo ingenti. Infine, la creazione di un team di vendita e l’outsourcing tramite i call center possono servire per il Growth Hacking: il ricorso a personale a basso costo permette di acquisire potenziali clienti senza spendere troppo, tramite la creazione di numerose pagine Seo-friendly o l’invio di messaggi di posta elettronica a potenziali clienti.