Cryptolocker: cos’è e come funziona, lo spiega la Polizia di Stato

La Polizia di Stato tramite la pagina Facebook Una Vita da Social comunica che Cryptolocker è ancora attivo e spiega come non cadere in trappola.

Nei commissariati della Polizia di Stato continuano ad arrivare, in tutta Italia, diverse persone con al seguito il proprio computer portatile.

Nella maggior parte dei casi queste persone sono state vittime, per due volte di fila di Cryptolocker. Ma di cosa si tratta?

Cryptolocker è un malware che infetta il computer della vittima, cripta le informazioni presenti sullo stesso e richiede un compenso, sottoforma di riscatto, per ripristinare il computer.

Abbiamo inizialmente detto che le vittime nella maggior parte dei casi vengono colpite per due volte da Cryptolocker. Perchè due volte?

La prima volta si viene contagiati, solitamente il contagio avviene tramite l’apertura di un file, una sorta di virus ben nascosto sotto mentite spoglie che, una volta aperto, aziona il meccanismo di criptaggio dei dati presenti sul computer.

La seconda volta, errore che può sembrare strano ma commettono in tanti, l’utente pur di riavere indietro i propri dati effettua il pagamento di quello che potremmo definire un riscatto.

Il pagamento avviene tramite Bitcoin, una moneta virtuale non rintracciabile.

Si tratta di un ricatto, la Polizia di Stato invita le vittime a non effettuare alcun tipo di pagamento.

La prima cosa da fare è quindi quella di non pagare, anche se la perdita dei dati dovesse essere importante, sia dal punto di vista affettivo che dal punto di vista lavorativo. Nel 99% dei casi chi è stato infettato da Cryptolocker ed ha effettuato il pagamento del riscatto non ha avuto indietro la chiave per decriptare i propri file.

Come evitare di essere infettati? Cryptolocker è riconosciuto come un malware, per chi non mastica questa terminologia possiamo dire che si tratta di una sorta di virus informatico. Viene solitamente allegato tramite email e spacciato come un altro tipo di file. L’utente, solitamente inesperto di tecnologia, si fida dell’email ricevuta ed apre l’allegato, credendo che si tratti di un file importante.

E’ una buona soluzione non aprire i file sospetti ricevuti via email, nemmeno se questi arrivino da un amico o da una persona ben conosciuta. Avere un antivirus sempre aggiornato potrebbe sicuramente aiutare ed avere un backup dei propri dati salvato su un hard disk esterno o su una chiavetta usb potrebbe ulteriormente salvare la perdita dei propri dati.